Fabrizio Testa – Bestiario – New concept album


Ci siamo incontrate con Fabrizio Testa che ci ha accolto in infradito, completo nero e occhiali scuri che non fanno intravedere dove posa lo sguardo, insieme ai due gatti Hemingway e Leonard, arrivati con lui direttamente da Parigi. 
Fabrizio ha vari progetti musicali attivi, uno ve lo presenteremo prossimamente, mentre ora ci dedichiamo al suo ultimo disco firmato proprio con il nome Fabrizio Testa. 
 
 


“Bestiario”, uscito la scorsa settimana, è un concept album di avant-garde music che tratta una materia così letteralmente cruda come ciò che accade in un mattatoio. È ispirato alle poesie di Ivano Ferrari e ne mantiene l’onestà, senza trucchi o trasfigurazioni. La cover dell’album è una figura di donna nuda che regge un pezzo di carne d’animale all’altezza della vagina. Foto più volte segnalata in Facebook, ci racconta l’artista fumando la pipa, e perciò difficile da divulgare. 
 
Fabrizio Testa ha scritto tutte le musiche dell’album ma lui vi suona principalmente il piano avvalendosi della collaborazione di vari musicisti, dal percussionista norvegese Ingar Zach, all’energica violoncellista italiana Simona Colonna. Il disco si apre con la recitazione di una poesia di Ferrari tratta da “Macello”, segue il primo brano, l’interludio con percussione elettronica, altri due brani, il secondo interludio strumentale, l’ultimo brano e la poesia finale “Io spero che un giorno”. 
 
È un lavoro che sviluppa temi musicali che delineano una visione precisa di angoscia ma senza rassegnazione, le percussioni scandiscono un tempo di invenzione umana che diventa animale e doloroso, il cello e le voci assumono una potenza emotiva e un’eleganza quasi onomatopeica di figure colte al limite della morte. Un lavoro, quello di Testa, in cui nulla è metaforico ma ogni battito trascende il dolore animale per debordare nel sentimento umano.

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