Intervista alle Roipnol Witch che ci presentano il loro album “Stralight”

“Starlight” è il terzo album delle carpigane Roipnol Witch e si presenta al pubblico come un disco duplice, cantato in due lingue (italiano e inglese) e scritto tra l’Italia e gli Stati Uniti d’America, le abbiamo intervistate.

È appena uscito il vostro terzo disco, quale percorso vi ha portato fino a qui?

Oserei dire la vita… Ogni disco per noi rappresenta una fase diversa delle nostre vite. Questo disco, in particolare arriva dopo grandi cambiamenti, stravolgimenti radicali delle nostre persone, grandi felicità ma anche grandi sofferenze. E’ il disco che definiamo maturo perché personalmente è come lo sentiamo; chi lo ascolterà giudicherà da solo ma questo è almeno quello che noi abbiamo vissuto. Siamo ancora in cammino e ci sarà sempre qualcosa da raccontare ma siamo decisamente persone diverse da quelle che eravamo quando abbiamo fatto uscire Once Upon a Time (2011).

 

“Starlight” ha un’anima cosmopolita e duplice, tra inglese e italiano, scritto tra Stati Uniti e Italia. Come vi hanno influenzato questi due Paesi?

Martina: Gli Stati Uniti mi hanno fatto amare di più l’Italia ma l’Italia mi ha fatto amare di più di Stati Uniti.

Una frase che apparentemente può sembrare contraddittoria ma per me rappresenta una grande verità.

Appena ti allontani dal nostro “bel paese” vedi ancora più evidenti i grandi valori e pregi che ci portiamo dietro, culturalmente e socialmente. Allo stesso tempo ti rendi conto di come non abbiamo i mezzi e la mentalità giusta per far fruttare tutto questo. L’ Italia è troppo spesso affezionata ad un pensiero provinciale che diventa un limite. Quello che noto è una diffidenza generale da ciò che è diverso e inconsueto, nella musica ma in generale in tutti gli ambienti.

Quello che mi ha insegnato New York (perché il resto dell’America la conosco poco) è invece il senso di libertà nell’esprimere se stessi. La forza di cercare il proprio valore e la propria unicità. Mi auguro che l’Italia sappia aprirsi sempre di più.

La copertina del vostro album ci è piaciuta subito. Come avete conosciuto Eugenia Loli (https://www.facebook.com/EugeniasCollages/)?

Martina: Per lavoro utilizzo spesso sia Pinterest che Istagram.

Sono sempre a caccia di riferimenti e ispirazioni e un giorno ho visto le sue cose..è stato amore a prima vista!

 

Aprite l’album con la canzone “Non è un paese per artisti” dove parlate di errori. Ce ne sono stati nella vostra carriera artistica?

L’errore è sempre relativo; di sicuro ne avremo fatti tanti.

Non è sempre facile essere sicuri delle proprie scelte perché sai sempre che ci sarà qualcuno pronto a giudicarti.

Quello che si prova a fare ed essere sempre il più onesti possibili con noi stessi e se qualcuno non ci capisce fatti loro.

 

Il primo brano estratto da “Starlight” è “Disagio” che racconta i nostri sorrisi stanchi ed è uscito con un videoclip poco prima di Natale girato in un quartiere cinese. Dove eravate?

E’ stato girato a Chinatown, quartiere di New York.

La strada principale che vedete si chiama Doyers Street, è una piccola strada ma molto famosa a Chiantown, anche se non molto turistica,   piena di botteghe e ristoranti tipici.

Ci hanno girato molti film e all’inizio del 1900 era famosa per essere la strada di molti uccisioni da parte della mafia cinese.

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A quale brano siete più affezionate?

Martina: Domanda difficile..direi “Non è un Paese per Artisti” perché esprime la sensazione che si prova espatriando dall’Italia ama continuando ad amarla

Giulia: “Rock’n’Roll Amaro”, per il sound che siamo riusciti a trovare, grazie anche alla produzione artistica di Ettore Gilardoni; si potrebbe definire una “samba punk”

 

Il nome della vostra band, Roipnol Witch, rimanda all’ormai famoso ‘farmaco’ roophis che porta a una perdita di coscienza. Qual è lo scopo di un live delle Witch?

Sicuramente lo scopo è quello di alimentare l’esigenza di esprimere noi stesse e di dare, allo stesso modo, energia e intensità a chi ci ascolta.

Farli entrare in un mondo, il nostro dove ci sono varie sfumature, perché già tra noi sorelle esistono due modi diversi di esprimersi.

 

Nel tour Rock With Mascara avevate addobbato i palchi con rose e tulle. Cosa ci aspetta ora?

Il nuovo concept vi porterà nello spazio, con l’augurio di perderci tutti insieme nell’universo ( come nelle grafiche della Loli).

Ci piace che dietro l’idea di perdersi dentro un frangente immenso e sconosciuto come quello dell’universo ci sia sempre anche l’idea di ritrovarsi. Spesso ritrovarsi dopo essersi persi fa sempre molto bene…

I visual che verranno proiettati durante il tour sono firmati dalla motion graphic designer Serena Forghieri italiana che vive e lavora da anni a New York per la casa di produzione MILK

 

Da donne a donne, vi chiediamo un commento su: Adele, Patti Smith e Gianna Nannini.

Adele una fuori classe con un approccio molto umile che non ha avuto paura di mettersi a nudo davanti al mondo parlando di sentimenti ma che non ha Saputo reinventarsi con il nuovo disco.

Patti Smith il mito, l’Ispirazione continua giorno dopo giorno.

Gianna Nannini non ci ha mai tanto affascinato, forse si salva qualcosa all’inizio della sua carriera. Tra le donne della musica italiana preferiamo allora Loredana Bertè, Nada, Carmen Consoli, Malika Ayane.

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