Non ci sono più i DISSING di una volta

Articolo di: Danda

Non ci sono più i Dissing di una volta.

Un disrespect (diss) avviene quando due rapper si scontrano su un ring al centro di una platea con migliaia/milioni di persone. I ganci sferrati corrispondono alle rime, e a far da sfondo, basi rap. Un diss inserito velatamente o spudoratamente in un verso, fa partire quindi una beef, una sorta di battaglia in cui i sottoscritti continuano a rispondersi, senza esclusione di colpi. Prima uno poi l’altro, espandendo eventualmente alle crew reciproche. Fino a che, si sotterra l’ascia di guerra, non c’è più interesse mediatico o si esagera eccessivamente negli insulti. “Ritarducci”, il brano diss di Vacca rivolto a Fabri Fibra fu l’ultimo di una serie di botta e risposta, a causa delle critiche ricevute per il riferimento agli alluvionati delle Marche “Sempre nervoso Silvio Tarducci, sarà perché adesso c’hai il culo rotto[…]/ Ti mando a casa giù a Senigallia con il canotto”. Oppure, casi estremi, quando ci sono vere e proprie gang coinvolte, caso più noto 2Pac e B.I.G che in quel caso erano la punta dell’Iceberg della faida tra West Coast e East Coast. Non è un caso isolato purtroppo in periferie di città come Chicago episodi del genere sono quasi all’ordine del giorno, fece scalpore l’omicidio del rapper sedicenne Lil Jojo.

Ma finché si rientra nei termini di una sana competizione può essere piacevole vedere due rapper che si battagliano a suon di freestyle, come vuole la tradizione. Per i nostalgici del rap anni ’90, anche in Italia abbiamo goduto di sfide appassionanti, in cui in un modo o nell’altro tutti i big sono stati coinvolti: Dj Gruff contro Articolo 31, Camelz contro Neffa, Guè contro Inoki, Marracash contro Mondo Marcio, Bassi e il mondo contro J Ax, Vacca e il mondo contro Fabri Fibra. Ma si potrebbe andare avanti all’infinito, incrociando i vari personaggi tra loro.

Le motivazioni che fanno nascere una beef possono essere le più disparate. Primo tra tutti, meri motivi discografici, è risaputo che alcuni tra i singoli coinvolti hanno avuto molta risonanza oltre che facile promo per gli artisti. Altre dispute invece sono state mosse da sentimenti; vecchi membri staccatisi dalle crew di origine che hanno accettato di “vendersi” ad una major per il successo.

Erano gli stessi i tempi in cui J Ax rispondeva così ai dissing : Quindi non seguo prassi / Non costruisco sintassi / E tutti ‘sti maestri dovrebbero volare bassi.

Erano i tempi. Non ci si aspetti ancora dei diss del genere nel 2017. Se ci si vuol godere un diss, al momento non serve né scaricare illegalmente mixtapes né avere un account Spotify. Basta avere un account Instagram, per vedere rapper che si insultano tra loro per episodi accaduti ad una sfilata, far vedere quanto pesano le collane da 3k, o quanto costano le ciabatte di Gucci. I sovrani in questo sono la DPG, che hanno creato la tendenza: Il mondo contro Dark Polo Gang.

La grande domanda è perché non esistano più i dissing di una volta. Perché è faticoso! Mettersi al centro dell’arena, esporsi e far mettere in dubbio la propria carriera dopo anni di “faticato” arrivo al successo. Perché si sa, uno dei due litiganti, per giustizia richiesta dal popolo, deve soccombere dopo aver fatto una figura non delle migliori. Inoltre rimane sempre il dubbio amletico, se queste beef siano autentiche o siano frutto di mosse indirizzate di marketing. Forse questo lo scopriremo tra molti anni, se e quando gli interessati avranno il coraggio di ammetterlo. Nel frattempo, rimaniamo in attesa di ammirare il prossimo rapper che prenderà il coraggio di sfidare la controparte nuovamente sul ring invece che su Instagram.

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