Intervista agli IOVIS

Giovanni Iovis Fruzzetti (cantautore, chitarrista) e Nicola Dise D’amico (batterista di formazione jazz), entrambi di Venezia, sono gli IOVIS e hanno pubblicato il loro primo album “Uscita al mare”. Ci raccontano la genesi delle canzoni e di come il gufo sia la loro personale Venere di Botticelli.

“Uscita al mare” è un album autoprodotto però suona davvero bene, dove avete registrato?

Abbiamo registrato insieme al produttore Simone Chivilò nel suo studio vicino a Mirano. Simone è uno che ci s fare ed è nel mondo della musica da parecchi anni, con esperienze anche nel “Mainstream”. Ci siamo trovati davvero bene e stimolati dall’esperienza, infatti siamo riusciti con lui a consolidare e ad ampliare le nostre idee di sound.

Giovanni “Iovis” da il nome al progetto a cui poi si è aggiunto Nicola. Vi siete conosciuti al conservatorio?

Ci siamo conosciuti tramite la mia ragazza. All’epoca io frequentavo il conservatorio di Venezia mentre Nicola quello di Padova. L’esperienza del conservatorio però ci ha legati maggiormente perché venivamo da un ambiente simile e quando parliamo di musica ci capiamo al volo!

Ma quindi vivete a Venezia?

Viviamo nella provincia di Venezia.  Giovanni in un paesino di nome Eraclea e Nicola a Meolo. Frequentiamo però spesso Venezia che non è molto lontana da noi.

Il disco attraversa vari generi; pur mantenendo la forma canzone ha rif di chitarra ricercati e un lavoro ritmico della batteria particolare. Con quale idea avete scritto questi brani?

Il progetto nasce da un mucchio di canzoni scritte da me, Giovanni; in seguito si sono aggiunte le idee ritmiche quasi jazzistiche di Nicola che hanno ampliato moltissimo il sound, creando una commistione tra pop, rock e jazz. Ci piace toccare qualsiasi tipo di arrangiamento e genere che possa funzionare con la nostra formazione chitarra acustica e batteria e per ora nulla è stato impossibile. Anche il rap!

Mentre ad esempio “Le nuvole” o “Regni su di me” sono molto lineari, “Incandescente” mi sembra una delle tracce in cui vi siete divertiti di più! Pensate sia un disco da live o da radio?

Il disco nasce da un idea di pop più ricercato. Il nostro scopo è sicuramente piacere a più gente possibile però senza mai scendere a compromessi drastici. Il disco lo vediamo bene in radio ma ancora meglio lo vediamo tra le playlist personali di chiunque.

Quando sono nate queste canzoni? In quanti anni?

La canzone più vecchia (1000) è nata nel 2015 e ha avuto una gestazione che ha richiesto 2 anni per completarla. Altre sono nate in un giorno come Le Nuvole o Lei Taglia. Quello che abbiamo fatto con questi brani è non limitarci alla scrittura ma li abbiamo suonati e sviscerati per mesi per rifinire ogni piccolo particolare. Sono state però tutte arrangiate nell’arco di sei mesi.

Ogni brano è abbinato ad un video home made. Come mai questa scelta?

L’idea è nata nel momento in cui dovevamo scegliere un singolo che potesse rappresentarci. Nessuna canzone riusciva secondo noi nell’intento perché ognuna possiede una sua identità che non volevamo sminuire, ponendo una canzone al di sopra di un’altra. Dunque abbiamo voluto dare la stessa possibilità ad ogni brano di emergere. E’ stato da un lato divertente e stimolante realizzare i video dall’altro si è trattato di un lavoro duro ma non ci siamo mai scoraggiati e alla fine il risultato ci ha fatto letteralmente impazzire!

Il disco è accompagnato anche da un concept fotografico incentrato sulla figura di un gufo rosso, cosa rappresenta?

Grazie all’aiuto della ragazza di Giovanni, Alessandra Beraldo, abbiamo realizzato questo concept per mettere in luce un lato ironico e spensierato della nostra musica e di noi stessi. Il gufo era di gesso bianco, noi lo abbiamo dipinto e lo abbiamo immaginato come la nostra venere del Botticelli che nasce dalla schiuma del mare su una conchiglia gigantesca. In realtà il gufo è alto una decina di cm, quindi il soggetto ideale per dei fotografi dilettanti come noi. E inoltre pensiamo che sia un soggetto che tutti possano ricordare molto facilmente.

Queste idee creative di comunicazione vengono da un vostro particolare background? Ci avete lavorato con Arte Voce?

Le idee per la promozione, cioè i video e le foto, sono state elaborate solamente da noi due ed Alessandra. Non abbiamo mai avuto esperienze simili e abbiamo dovuto imparare da zero. I video infatti non vivono della qualità della ripresa o del montaggio ma delle idee che vogliono rappresentare. Pensiamo sia più bello un video fatto con scarsi mezzi, ma carico di energia piuttosto di uno che pur realizzato al meglio risulta insipido nel contenuto. Realizzare tutti quei video risulterebbe per il marketing un suicidio perché il singolo potrebbe catalizzare più attenzione su una sola canzone, ma noi abbiamo voluto dare la possibilità a tutti i brani di essere ascoltati perché pensiamo che il nostro sia un disco da ascoltare tutto nei minimi dettagli e non un accompagnamento del singolo. Siamo andati un po’ fuori dagli schemi per una band emergente ma siamo a posto con la coscienza!

Con quali artisti siete cresciuti?

Giovanni: Il gruppo più rilevante per la mia formazione sono sicuramente i Beatles. Come ogni chitarrista ho amato e amo Jimi Hendrix. Ma forse soltanto dopo aver conosciuto gruppi come i Nirvana, Radiohead, Coldplay, Arctic Monkeys e Kasabian ho capito che quello che volevo era scrivere canzoni. Sono passato invece ad ascoltare la musica Italiana grazie ai Verdena, i Ministri, i Subsonica e Le Luci della Centrale Elettrica; tutti artisti che mi hanno insegnato a scrivere testi in Italiano.

Nicola: Sono cresciuto con la formazione musicale di mio padre: The Who, Led Zeppelin, Deep Purple, Ac Dc, Creedence Clearwater Revival; ma un grosso salto di qualità credo di averlo fatto iniziando a studiare jazz al conservatorio; quel bagaglio musicale ha cambiato il mio modo di ascoltare.

E l’ultimo disco che avete comprato?

Giovanni: L’ultimo disco che ho comprato è “Album” di Ghali. Ultimamente sto ascoltando moltissimo rap e trovo che Gahli sia uno tosto e che non ha paura di parlare di se stesso e di dedicare un disco alla mamma.

Nicola: L’ultimo disco che ho comprato è dei Moplen, degli artisti underground come noi. Di solito compro i dischi ai live delle band.

Quali locali nella vostra città propongono musica dal vivo interessante? Ce ne sono?

In provincia ci sono moltissimi piccoli locali che ospitano band o progetti per suonare, ma è raro trovare dei luoghi adibiti solo alla musica. Bisogna spostarsi in zona Mestre. D’estate invece si lavora più che altro a Jesolo con il turismo.

Ora cominciate il tour?

Dopo l’estate cominceremo un tour per la promozione del disco, non solo in locali ma anche in negozi di dischi. Il nostro obiettivo è uscire dai confini provinciali e regionali.

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