MIGLIORI ALBUM ITALIANI 2019

1.MARRACASH – PERSONA 💿📀

Abilità di rapper fuori discussione, Marra continua a non scegliere una via unica. Anche quest’album mette insieme più lati, da quello più tamarro a quello più sagace. Importanti featuring di artisti appartenenti a mondi diversi, molto bello quello con Madame in “L’anima”. Interessante la volontà di creare un concept album, almeno sulla carte, dove ogni brano è associato a una parte del corpo.

2.FULMINACCI – LA VITA VERAMENTE ⚡️

Il Tenco ha sempre avuto un sesto senso per ciò che è fuori moda ma senza tempo (vincitore Opera Prima 2019). In un terreno, estremamente battuto, a partire da Rino Gaetano, passando per Silvestri, poi Brunori, ora Coez a Calcutta e tanti altri, Fulminacci riesce a trovare una cifra personale con la sua eleganza nello scrivere “Il sole brucia ancora e già ci siamo spenti / Chiamiamo per nome i nostri genitori e per variare / Chiamiamo fratelli i nostri conoscenti”. Un album estremamente vario dal punto di vista stilistico: chitarre acustiche, venature blues, rappate leggere. La nostra preferita: Borghese in borghese “Mi stranisce questo fatto che tutti sono bipolari / O quanto meno si dichiarino tali, che poi / È troppo facile dire che c’hai problemi strani”.

3.WILLIE PEYOTE – IODEGRADABILE 🌵

Se ci pensate, non sono molto i cantanti che oggi prendono una posizione politica (o che addirittura vanno a cantarla in prima serata da Fazio, come fece il suddetto nel 2017 con “Io non sono razzista ma…”). Willie Peyote lo sa fare bene, con ironia e con buona musica, con band dal vivo durante i concerti, con rime che neanche Caparezza avrebbe potuto immaginare. Contro le fake news, contro un governo del cambiamento che sembra il riadattamento in italiano di “Scemo più scemo”, contro il consumismo. Sempre molto bravo, un artista di denuncia con estremo acume.

4.LIBERATO – LIBERATO 🌹

Liberato ha pubblicato un album, l’ha chiamato con il suo nome e ci ha messo in copertina una rosa. Dalle cose più semplici a quelle più complesse il passo sembra sempre breve per chi sta dietro a questo nome. Ad accompagnare l’uscita del disco, i video di 5 canzoni che formano una videoserie scritta e diretta da Francesco Lettieri. Social, immagini e musica si fondono come mai in Italia prima d’ora.

5.MASSIMO PERICOLO – SCIALLA SEMPER 💸

È il nome sulla bocca di tutti quest’anno, lo abbiamo visto spogliarsi al Mi Ami 2019 e scatenare la folla all’Alcatraz, sul palco a suo agio, come se fosse nato solo per fare questo. Ha riportato il rap sulla strada (viene dalla provincia, dal carcere, da una depressione) con una buona dose di testi che parlano di criminalità, rabbia, disincanto “Se i miei fossero ricchi non sarei chi sono / Ma sono due falliti e senti come suono / Meglio vendere la droga che comprare views / Meglio crederci di più che credere a Gesù / Meglio guidare l’autobus che l’auto blu / Meglio avere la mia vita che la tua TV”.

6.THA SUPREME – 2️⃣3️⃣ 6️⃣4️⃣5️⃣1️⃣

Il giovane producer di Fiumicino è riuscito a rinnovare un genere – il rap – che in Italia sembrava ormai aver dato tutto, aggiungendoci un gestione super cool dell’immagine simil Gorillaz e scegliendo per il primo album un titolo criptato che significa “Le basi”. La produzione è spettacolare, i testi un po’ meno, sacrificati in favore di una musicalità estrema. Simile: Lil Yachty / mumble rap.

7.MACHETE MIXTAPE 4 💽

Ha conquistato un record italiano su Spotify nella prima settimana dall’uscita, diventando l’album con il maggior numero di stream e rimanendo primo in classifica dei dischi più venduti per sei settimana di fila. 18 tracce con Salmo e Fabri Fibra, accanto a Lazza e Massimo Pericolo, e ancora Hell Raton, Dani Faiv, tha Supreme, Fabri Fibra, Nitro, Marracash, Jack the Smoker, Beba, Tedua, Shiva e Ghali. I brani si susseguono come se davvero ci fosse un filo conduttore tra questi artisti così diversi, le produzioni sono più moderne, diverse dalla dubstep viscerale del terzo volume.

8.SIBERIA – TUTTI AMANO SENZA FINE ❤️ 💔

Un disco sensuale fin dalla prima traccia grazie all’inconfondibile timbro di Eugenio Sournia ma anche più pop rispetto all’introspettivo “Si vuole scappare”. La title track traccia il manifesto programmatico di un album che parla della necessità dell’amore per fuggire alla solitudine, “Piangere” in stile Baustelle,  “My love” e “Mon amour” sono i brani più diretti e giocosi che parlano della quotidianità. Una bella scommessa di Maciste.

9.GIOVANNI TRUPPI – POESIA E CIVILTA’ 🎸

Truppi è capace di scrivere senza appiattirsi mai sulle poetiche banalità della vita e, rispetto agli album precedenti, qui si dimostra ancora più deciso e consapevole, lo sentite subito dalla prima traccia “Borghesia”. È cambiato lui o ci siamo abituati noi al suo modo di vedere il mondo? Evolve ma resta un fuoriclasse, ricerca sonora e brani che vanno dritti al punto, raccontando quell’Italia di chi vuole sempre un pochino di più. Nostra preferita: I miei primi sei mesi da rockstar.

10.COEZ – È SEMPRE BELLO 🍔 🍟

Un album ben riuscito con i classici suoni riverberati anni ‘80, il seguito ideale di “Faccio un casino”, senza miracoli ma sempre capace di dar voce a un’intera generazione delineandone i contorni. Vorrei fosse sempre domenica, vedi che c’è da bere gratis e il vino ingrassa, insieme ad un po’ di malinconia per quando eravamo bambini e giocavamo all’aperto, non ai videogiochi. E’ sempre bello, sì, anche se ti preferivamo versione casinara (Faccio un casino).

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