“Un Chien Andalou” di Luis Buñuel ci era stato presentato come manifesto del cinema surrealista con il suo delirio onirico e l’intenzione di squarciare (letteralmente) l’occhio dello spettatore. La scena iniziale con il bianco e nero di una notte di luna piena attraversata da una nube e l’occhio di una donna attraversato da una lama, rappresentano ancora oggi la più forte metafora dell’attività del regista cinematografico.
Così, quello di Luis Buñuel, è un nome che pesa come il piombo e la scelta di prenderlo in prestito per formare un super gruppo non può essere un caso. Sono nati i Buñuel e domani uscirà il loro album di debutto A “Resting Place for Strangers”. Quattro nomi che non avrebbero bisogno di presentazioni: Pierpaolo Capovilla (basso, come negli One Dimensional Man) e Franz Valente (batteria) del Teatro Degli Orrori, Xabier Iriondo (chitarra) degli Afterhours e Eugene S. Robinson (voce) degli Oxbow, una delle band più allucinate degli ultimi vent’anni. Quattro nomi potenti, pronti a squarciare le nostre orecchie con un post hardcore estremo che ci riporta alle produzioni della Touch and Go Records degli anni ‘80. Se appena leggiamo la tracklist l’occhio ci cade su “Jesus With A Cock” è invece “This Is Love” a conquistarci ad un primo ascolto e a rappresentare forse meglio le loro intenzioni: sono violenti, con una sezione ritmica serratissima, premono sull’acceleratore ma mantenendo il controllo dell’auto. “A Resting Place for Strangers”, che esce per La Tempesta, è stato registrato in pochi giorni ma non è un disco facile. È un pugno su un muro, un inno blasfemo con la densità di una motosega, 9 tracce che non fanno sconti e non scendono a compromessi.
Infilate le cuffie ma non alzate troppo il volume, a meno che non siate tra quelli che sono riusciti a guardare “Un Chien Andalou” senza coprirsi gli occhi con un mano.
Queste le date del tour