Galleria Margò: un piccolo viaggio organizzato che porta a spasso gli ormoni-senza però lasciare a casa i neuroni.

Sotto la Galleria Margò si celano quattro ragazzi che vivono da sempre di musica e che, con il singolo d’esordio Glitter, escono alla luce del sole grazie all’anteprima sul canale video di XL.

Li abbiamo intervistati.

Due mesi fa usciva il vostro album di debutto “Fuori Tutto” e il 22 Giugno avete suonato all’Infestante Festival. Poi ancora in giro per l’Italia: il 3 Luglio a Viterbo, il 4 a Frosinone, il 12 a Trento e il 20 al Magnano Festival. Intanto qualcuno vi intervista e utenti ignoti vi fanno i complimenti sotto il video di Glitter su You Tube. Cosa è cambiato in queste settimane? Pensate ancora di riuscire a resistere “alle diete e ai gratta e vinci”?

Il vero cambiamento riguarda la gente sotto al palco. Ad essere sinceri non ci si aspettava così tanto calore e seguito fin dai primi concerti ed è per noi fonte di grande gioia constatare che le facce nuove superano di gran lunga quelle note e conosciute. I commenti che quotidianamente riceviamo su Youtube e su Facebook sono per noi importanti così come quelli che la gente ci fa dopo un concerto; rappresentano per noi causa di grande soddisfazione, motore e motivo per continuare sulla nostra strada: questa.
 
L’opera di Zark per la copertina del vostro album ci piace molto. Fuori tutto, fuori i fiori dagli occhi. È per “evitare la solita tendenza di trovare interessanti le foto un po’ sfuocate”?
Hey ma voi conoscete il disco a memoria! Scherzi a parte, ci sembra ovvio e ormai banale soffermarci sull’importanza di un’immagine pubblica, di un’estetica identitaria e della difficoltà di poter essere ricordati in un mondo che è così veloce da sembrare insensibile. È però fuor di dubbio che l’opera di Zark (Davide Chiello), giovane quanto talentuoso illustratore milanese, vuole attirare l’attenzione senza necessariamente sorprendere, vuole essere parte integrante del nostro immaginario: metropolitano e poetico insieme.

Dicono di voi “Campionario estetico della contemporaneità” ed in effetti la definizione ci pare appropriata. Il vostro sound è ricercato, con un sapore internazionale anche se non pretenzioso, i vostri testi sanno ironizzare sull’attualità e l’artwork del disco sa catturare l’attenzione. Quanto lavoro ci è voluto per portare a termine quest’opera?
A noi piace credere di essere un (piccolo?) viaggio organizzato che porta a spasso gli ormoni, senza però lasciare a casa i neuroni. Facciamo della ricercatezza musicale e verbale il nostro piccolo tesoro, ma – come giustamente fate notare voi – non abbiamo nessun interesse nell’essere pretenziosi, retorici o eccessivamente sofisticati: crediamo che essere semplici e diretti, senza essere banali, sia difficilissimo. Dal punto di vista compositivo, comunque, è innegabile la nostra matrice internazionale, mentre se vogliamo descrivere il nostro spirito autorale, siamo senza dubbio più italiani che esterofili. La nostra ironia è senza dubbio uno dei nostri punti di forza, ma sta all’ascoltatore capire che un sorriso può essere anche assai amaro. “Fuori tutto” è stato scritto in cinque mesi e registrato in quattro, ci piace dire dunque che è stato un processo creativo, per quanto breve, intenso come un parto. Il videoclip di Glitter è stato girato, montato e post-prodotto nel giro di un mese, mentre il videoclip ufficiale di Paga tu, che proprio nei prossimi giorni verrà alla luce, ha avuto un tempo di realizzazione ancora più breve. La Galleria Margò va di fretta !

Vi hanno paragonato a Bluvertigo e Battiato: vi ritrovate in questo, pensate di poter già essere “solo la Galleria Margò” o la strada è ancora lunga per raggiungere identità e piena soddisfazione?

Paragoni come questi non possono che farci piacere, ma come spesso bisogna precisare, preferiremmo parlare di gusti più che di influenze. Bluvertigo e Battiato costituiscono solo una piccola parte di quelli che sono stati e sono tuttora i nostri ascolti. Siamo certi che con l’ascolto approfondito di “Fuori tutto”, emerga un nostro carisma proprio, non definitivo ma senza dubbio definito.

Con chi vi piacerebbe condividere il palco in futuro?

Ognuno di noi quattro ha i suoni miti personali. Un giorno fecero una domanda molto simile a De Andrè… gli chiesero perchè non volle mai suonare con la sua più grande influenza vivente, ovvero il grande cantautore francese Georges Brassens. Il Faber rispose più o meno così, per quel che ricordiamo noi: “Preferisco tenerlo lì tra i miei dischi, magari poi lo conosco e mi sta antipatico”. Detto ciò, la priorità in questo senso, al di là dei desideri personali, è quella di condividere il palco con chi ha fatto della sua fatica e passione un lavoro vero, perchè è proprio lì che vorremmo arrivare a breve anche noi.

Progetti per l’estero?

Sinceramente non è una cosa a cui abbiamo mai pensato. Siamo geneticamente esteri nel sound e italiani nella forma testuale, come già detto, ma la musica all’estero è una delle poche cose davvero apprezzate del nostro Paese, quindi, perchè no?


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