HeadLimo: l’importante è suonare, non importa cosa

Abbiamo conosciuto gli Headlimo, band di Borgotaro (Parma) che esiste dalla fine del 2015, anche se i suoi componenti suonano insieme da una vita: Nicolò Verti (chitarra e voce), Pietro Giliotti (chitarra e voce), Nicola Garetto(batteria) e Cristian Franchi(basso). In questa intervista Nicolò ci racconta qualcosa di più sul loro album “Ful”, sul nome della band, sulla voglia di esprimere se stessi e di rimanere un po’ adolescenti. E poi insomma, ascoltate “Ful” e sceglietegli per scatenarvi!

 

Chi sono gli HeadLimo?

Sostanzialmente siamo soltanto quattro amici, da sempre. Abbiamo provato una marea di progetti musicali negli anni dalle cover ballabili al crossover fino a HeadLimo dove finalmente crediamo di aver trovato la nostra dimensione. Suoniamo e ci divertiamo un sacco da una vita, per anni è stato importante suonare, non tanto cosa.

 

E il nome della band come lo avete scelto?

È un gioco di parole. Ci piace un personaggio che si chiama Eduard Limonov, un russo pazzo scatenato e volevamo omaggiarlo

 

Ci sono molte canzoni di amore tormentato, più che altro di storie finite o mai arrivate al dunque, che si traducono in ballate. Nei vostri concerti alternate spesso le canzoni da pogo a quelle lente?

Ultimamente cerchiamo di fare una scaletta molto tirata, con anche alcuni pezzi nuovi che ci piacciono parecchio. Però ci piace dare un po’ di respiro ogni 4/5 pezzi con un po’ di sentimentalismo sì!

 

“Caterina” è uno dei nostri pezzi preferiti, a chi pensavate quando lo avete scritto?

Caterina è l’amore che si sputtana a 20 anni facendo i “fenomeni”. Secondo noi è capitato a quasi tutti.

 

Anche “Non avrò mai abbastanza soldi” è musicalmente molto interessante, come è nato?

È uno dei pezzi che live ci dà più gusto, ce la godiamo proprio. Praticamente avevamo già deciso tutti i 12 pezzi del disco e 2 giorni prima di cominciare Gilio mi telefona e mi dice che ha scritto un pezzo un po’ oscuro che però secondo lui dà senso a tutto il lavoro. E noi abbiamo detto tutti ok senza nemmeno sentirlo. Poi grande merito va a Francesco Rabaglia del Big Pine Creek Recording Studio che in fase di produzione ci ha dato una grossa mano. Su “Soldi” si sente veramente la sua impronta.

 

In “L’aviatore” parlate del mestiere dello scrittore, per voi musica e scrittura sono ugualmente importanti in una canzone?

Musica e testo per noi sono esattamente la stessa cosa. Il nostro obiettivo è scrivere una canzone in cui ogni parte abbia la stessa dignità, anche in fase di mixaggio abbiamo cercato un’uniformità tra voce e strumenti. Non ci piacciono i pezzi in cui la musica fa soltanto da tappeto ad una voce che spicca troppo.

 

Avete dei ricordi legati al Ponte di San Rocco che nominate in “Sociale”?

Decisamente sì! Roba di cui vergognarsi ed essere felici allo stesso tempo, roba da adolescenti!

 

Semplice cantare se sia meglio Vasco Rossi o Ligabue (in “E’ meglio”) ma ci sono tante opposizioni oggi nel mondo della musica su cui si può avere un’opinione: tra i talent e chi si fa da sè, tra le grandi produzioni pop americane e quelle italiane che suonano tutte uguali, tra le canzoni create per andare in radio e quelle fatte per essere suonate live. Quali sono secondo voi oggi le differenze che ostacolano la musica?

In realtà in “È meglio” si vuole arrivare a parlare dell’unico confronto che non si può in nessun modo fare, cioè quello tra “le mie ferite o le tue”. A parte questo noi crediamo che il più grosso problema sia quello di porsi come unico obiettivo il diventare famosi piuttosto che esprimere se stessi.

Ovvio che noi sogniamo di suonare a San Siro tutte le notti, come tutti. Però l’obiettivo dev’essere dire la verità, la propria verità almeno. Basandosi su questo crediamo non ci siano ostacoli.

Tu fai la tua musica, con i tuoi mezzi e i tuoi amici davanti al miglior pubblico che sei riuscito a trovare….e sostanzialmente GODI.

 

Che ascolti hanno influenzato la vostra musica?

Una marea di roba. Io in questo periodo ho ripescato gli Smiths ad esempio. Durante il disco ascoltavamo parecchi DJ. Siamo molto volubili in quanto a gusti musicali.

 

La copertina del disco parla di voi? Chi l’ha creata?

La copertina è di Stefano Devoti, non sappiamo nemmeno come definirlo, fa disegni, installazioni, sculture, grafiche. Non è uno che si è improvvisato, ha educato il suo talento studiando. Per noi è bravissimo. Parla di noi, ma attraverso di lui…è 100% opera sua.

 

Avete in programma qualche live?

Ieri sera abbiamo suonato alla Notte d’evasione nel vecchio carcere di Parma, veramente un gran festival, stasera siamo ad una festa della birra in montagna.

Per il resto tartassiamo locali e agenzie per trovare delle date, non è facile all’inizio, ma va bene così. Anzi ne approfitto, se qualcuno ci vuole…ci scriva! (headlimoband@gmail.com)

 

C’è una band di cui vi piacerebbe aprire il concerto?

FAST ANIMALS AND SLOW KIDS, sono una rivoluzione nella musica italiana! Esattamente il tipo di band che dice la verità!

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