Il Fabri Fibra del 2017

Articolo di: Danda

Cosa spinge un rapper quarantenne ad uscire con l’ottavo disco in un periodo dominato da ragazzini con almeno 20 anni in meno? E’ quello che si chiede Fabri Fibra stesso.

Come in “Tradimento 10 anni-  Reloaded, “Fenomeno apre con Intro in cui reinterpreta la chiamata con il manager e cerca di dimostrare che il rap lui continuerà a farlo perché “la roba mia è molto più profonda del rap”. Promuove il suo nuovo album, al contrario invece di quanto fatto per “Squallor”, che uscito in sordina senza alcun tipo di promo aveva faticato a diventare disco d’oro.

Mancato dalla scena per due anni, passati per lo più in studio, ha avuto modo di guardare dall’esterno i cambiamenti della società. La prima metà si snoda attorno al concetto di Fenomeno. I Fenomeni, sono tutti i ragazzi, i nativi digitali (nati post ’90) che non riescono a concepire l’analogico. Ragazzi cresciuti con il mito degli “Youtubber” invece dei calciatori e delle fashion blogger, invece delle ballerine. Tutti cercano di essere dei Fenomeni nel loro piccolo per cercare di essere rilevanti, in un mondo che fa fin troppo in fretta a dimenticarsi di te.

Fibra continua a dare il meglio di sé nelle canzoni introspettive, che non hanno bisogno di ritornelli accattivanti alla Major Lazer. Se durante l’estate saremo bombardati fino alla nausea da Pamplona con i Thegiornalisti, è da Money For Dope, prodotta da Bassi Maestro, in poi che si inizia a riconoscere a tratti il Fabrizio Tarducci di Mr. Simpatia. Il Fibra autentico rimane quello della serenata cinica e macabra di Stavo Pensando A Te. Un elenco di quanto sia bello godersi le piccole cose da quando non sta più con “lei”, pervasa però da un tono di malinconia “Però alla fine, vedi, è tutto apposto/Si vede che non era il nostro corso/Si dice: tutto fumo niente arrosto/Però il profumo mi è rimasto addosso”.

Terminati i drammi di Instagram, Social e Reality, Fibra si apre ulteriormente. Affronta un tema molto sofferto , il rapporto con la madre e il fratello Nesli. In Nessun Aiuto Fibra si toglie il sassolino dalla scarpa rispetto alle credenze che il pubblico e i media hanno sulla disputa con il fratello. Parla di quella che sembrerebbe una famiglia schierata contro di lui perché arrivato ad un certo successo, lui che non ha spinto abbastanza affinché anche il fratello minore raggiungesse la stessa notorietà. “Ho capito che volevo essere d’aiuto/Perché cercavo quel rispetto che in casa non ho mai avuto”. Senza il timore di parlare in Ringrazio del rapporto burrascoso con la madre “Perché sono così cattivo? Non c’hai mai pensato? Non sai cos’ho passato, non te l’ho mai spiegato/Mia madre mi soffoca da quando sono nato/ Mi vorrebbe morto dopo quello che son diventato”. Ricordiamo che Nesli e Fabri Fibra fanno parte della stessa casa discografica: la Universal. E anche che Fabri Fibra ha da poco dovuto risarcire Valerio Scanu per diffamazione. Ci saranno ripercussioni per le dure parole usate contro la famiglia?

Anche in “Fenomeno” ricorrono i demoni che lo accompagnano da una vita. La morte prima tra tutti, “Non vado via eppure dicono sono tornato/Come se qualcuno mi avesse ucciso/Ho il disco nuovo quindi mi sento rinato/E se parli di morte sii più preciso”. Oltre alle manie di persecuzione per “essere il rapper più odiato d’Italia”

Grandi produzioni, nazionali e internazionali: Takagi & Ketra, Deleterio, 2nd Roof, Bassi Maestro, Shablo e Bot per dare a Fibra il sound più contemporaneo possibile. Affinché anche i nativi digitali siano in grado di comprendere un rap che mostra di non voler abbandonare completamente quello di 10 anni fa.

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