Intervista a Carlo Corallo per l’album “Can’tautorato”

  • Sei giovane ma i temi di cui parli spesso vanno oltre la tua età. Vecchie glorie che escono con prostitute, il problema di pagarsi un affitto, lamentele del capo. Da dove ti viene l’ispirazione?

L’ispirazione arriva da tutto ciò che ho intorno. Spesso gli “adulti” sono più eloquenti dei giovani nel loro voler far sembrare che tutto vada nel verso giusto. Poi è molto più divertente e complicato esprimere le tematiche contorte della vita di una persona matura, piuttosto che raccontare dei rapporti adolescenziali, spesso a senso unico.

  • Quanto è importante leggere e documentarsi e quanto invece è importante “vivere” per raccontare delle storie?

Vivere è importante per trarre ispirazione dalla propria esperienza sensoriale. Leggere è importante per trarre ispirazione anche dalle esperienze di altri. Ad esempio, se voglio parlare di come ci si sente camminando per un villaggio sperduto della foresta amazzonica, posso leggere un buon libro che ne parla e immagazzinarne i dati sensoriali. Non sarà come averlo fatto veramente, ma quasi.

  • Giurisprudenza sembra una strada strana per un’artista…

Sì, infatti ho sacrificato tante ore di sonno per arrivare così vicino ad una laurea in legge senza eliminare la musica dalla mia vita. Credo che una volta finito, vivrò un’esplosione di creatività che mi farà sognare per qualche mese di essere un grande scrittore, almeno fino a quando dovrò cercare un lavoro come tutti, poco dopo.

  • Da subito hai messo le tue storie in musica o è una necessità che hai sentito ad un certo punto?

Le ho messe da subito, ma spesso non sono storie mie…uso la prima persona solo per immedesimarmi meglio e provare a scrivere cosa farei io nei panni di altra gente. La narrazione è quasi sempre una bugia: raccontarsi nelle vesti di un bambino o di una donna rende palese questo modus operandi e ne giustifica la bellezza; raccontarsi nelle vesti di un criminale o di un uomo molto ricco, come è di moda nel rap italiano, invece, a mio avviso, aggiunge all’ ascolto solo un grado di autocelebrazione che personalmente trovo monotono.

  • Questo tipo di musica fatto da flussi di coscienza e istanti di storie è stato recentemente portato sotto gli occhi di tutta grazie ad Anastasio. Quali sono i tuoi riferimenti?

Credo che il modo di raccontare di Anastasio sia adatto al contesto in cui si è messo in luce. La televisione ha sicuramente ingigantito uno stile di scrittura molto elementare, mettendolo in risalto in un ambiente in cui anche la profondità di concetto più esile lascerebbe di stucco un pubblico generalista, abituato ad emozionarsi a tempo con le lacrime dei giudici.

I miei riferimenti musicali al momento sono sicuramente Kendrick Lamar e J.Cole. Ascolto, però, anche tanta musica classica.

  • C’è un posto di Ragusa in cui solitamente vai a scrivere?

A Ragusa ho un posto speciale, ma che forse lo è solo per me. Lungo una strada nei pressi dello Stadio, un murales enorme si erge sulla facciata di un edificio. Poco distante, si trova un cartellone pubblicitario spesso riportante annunci di serate in discoteca e raffigurante i vari ospiti di tali serate, di solito tronisti o simili. Ecco, se ci si posiziona in un determinato punto, è possibile vedere l’immagine del tronista che eclissa totalmente l’opera d’arte. Questa metafora così cruda, casuale e sincera al tempo stesso, mi ha fatto amare tale luogo.

  • Hai un modo di flirtare con le parole che spesso nasconde quale sia però il tuo vero pensiero. Qual è secondo te lo scopo del tuo fare musica?

Il mio vero scopo è liberarmi dai pensieri che ho in testa. Fare musica mi rilassa e mi fa sentire utile al mondo allo stesso tempo. E’ anche un buon modo per dire cose che normalmente mi vergognerei ad esprimere. E poi, quanto è bello fare un intero discorso senza che nessuno ti interrompa?!

  • Un duetto?

Franco Battiato

  • Un complimento che vorresti ricevere?

Ti voglio bene anche quando la canzone finisce.

  1. Un regalo che attendi sotto l’albero?

Gli ultimi esami registrati sul libretto

  1. E invece l’anno scorso cosa c’era sotto quell’albero?

L’anno scorso ho ricevuto un bel libro dalla mia ragazza. I libri sono gli unici regali che mi danno ancora l’effetto-sorpresa. Una volta, ad esempio, mi hanno regalato un libro di Michele Serra e, tra le prime pagine, c’era una citazione di Fedez.

Leave A Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *