Manca solo un giorno all’uscita di “Elefunk” l’album d’esordio della funk band Universound, per la label marchigiana Bananophono. Lo abbiamo ascoltato in anteprima, 8 canzoni diverse tra loro nel sound ma unite nel tema del viaggio, e abbiamo fatto due chiacchiere con la band.
Ciao ragazzi, abbiamo ascoltato il vostro disco d’esordio e ci ha colpito molto l’alchimia che c’è tra voi. Da quanto suonate insieme?
Suoniamo in giro da quasi 4 anni, e con alcuni cambi all’interno del gruppo nel tempo siamo arrivati questa formazione ufficiale con cui suoniamo da un anno, ma tutti i componenti suonavano già da tempo assieme in altri progetti. Fuori dall’ambito musicale ci conosciamo però da davvero molto tempo, alcuni di noi sono amici di infanzia o hanno iniziato a prendere lo strumento in mano insieme…insomma, come al solito la musica è il perfetto strumento di unione
Quale percorso avete immaginato che attraversi queste otto canzoni?
Queste 8 canzoni sono probabilmente il risultato delle contaminazioni musicali di ogni membro del progetto. La tematica che attraversa ogni canzone è quella del viaggio e del viaggiare. E’ un tema che si era manifestato già nei primi testi senza un preciso perché, se non il semplice bisogno di esprimerlo… Una volta presentatasi l’occasione di incidere un disco abbiamo deciso di farlo divenire il messaggio principale. Un viaggio sia esteriore, sia nell’Io umano. I titoli e i testi delle canzoni sono abbastanza espliciti a riguardo
Non si può dire che abbiate un genere preciso. Come mai la decisione di provare tanti stili e anche di cantare sia in italiano che in inglese?
Il progetto ha tante contaminazioni che provengono direttamente dai membri del gruppo. La composizione di questo disco è stata per alcuni versi un lavoro individuale dei singoli membri, per altri un lavoro di insieme che si è sviluppato in sala prove, ma in tutte le canzoni il contributo di ogni membro è vitale.
La decisione di scrivere in due lingue è stata in parte casuale, in parte ben scelta.
Scrivere in italiano, oltre ad essere una sorta di dovere nei confronti della nostra così espressiva lingua, è anche un piacere e un bisogno espressivo; in parte è anche una sorta di sfida… scrivere testi in lingua italiana su musica così ritmata non è semplice quanto con quella anglosassone (o almeno per noi).
I testi in inglese sono avvenuti forse più per una scelta stilistica del brano, per una migliore contestualizzazione.
Possiamo comunque dire che anche nella scrittura dei testi ci piaceva l’idea di un’ambivalenza e trasversalità che fosse per tutti comunicabile, come del resto per la musica.
Siamo consapevoli di quanto sia variopinto il nostro disco. Il prossimo sarà probabilmente più focalizzato su dei generi più precisi, ma le influenze resteranno, o magari ne entreranno in campo addirittura delle altre. Anche per i testi porteremo probabilmente avanti questo altalenare tra italiano e inglese.
L’ispirazione viene anche dall’osservazione delle orbite celesti. Come nasce questa passione?
La notizia di trappist-1 ci è capitata sotto mano proprio mentre stavamo cercando un’idea d’insieme per l’album e abbiamo trovato in essa la metafora perfetta: 7 pianeti e la loro stella, ognuno diverso dall’altro ma in perfetta sintonia.
Perché l’elefante in copertina?
L’elefante in copertina è ripreso dalla Titletrack dell’album: Elefunk. Ci piaceva l’idea di rappresentare non tanto un elefante in quanto animale, ma un’entità che potesse rispecchiare i colori e le sembianze del nostro sound. In diversi dei testi compare il riferimento di un elefante come mezzo di trasporto… ad ogni modo l’elefante su sfondo bianco è un invito all’ascoltatore ad intraprendere con noi il viaggio.
Ci immaginiamo il vostro concerto in un vecchio club fumoso parigino dalle tende rosse. Dove vi vedete voi?
Un club parigino è sicuramente una delle ambizioni a cui aspiriamo con questo progetto! Noi reputiamo il nostro un liveshow perfetto per dei bei festival, di bella musica e buone vibrazioni… la gente con noi deve ballare!
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