Intervista a Federico Secondome

Abbiamo conosciuto meglio Federico Secondome, producer di Verona appena uscito con il singolo “15 minuti” che trovate qui in fondo. Ha vissto a Milano e Londra ma vorrebbe andare molto oltre, ovviamente senza dimenticare di portarsi dietro il peluche di Mickey Mouse. Una domanda per voi: se per fare una story di 15 secondi che dura 24 ore proviamo mille inquadrature, quando ci vorrà per fare una canzone che resti?

 

  1.      Dopo 10 anni di studi accademici di violino, hai scelto di dedicarti alla carriera solista, ma qual è stato il passaggio che ti ha portato a questa decisione?

A dire il vero, non sostenevo più i ritmi e il tipo di studio che venivano imposti in Conservatorio che, senz’altro, ha avuto un impatto notevole sul mio approccio, ma che dall’altra parte mi stava sterilizzando la creatività. Dopo i primi segni di cedimento del mio organismo tra cui molta ansia e stress ho deciso di mollare e dedicarmi solo a scrivere e produrre.

 

  1.      Hai collaborato anche con Merk & Kremont e SDJM, come sei entrato nel giro dei producer più conosciuti d’Italia?

A dire il vero è sempre tutto molto naturale quando si parla di fare musica con professionisti. Quelli che hai citato sono due esempi di persone che ho conosciuto a delle feste, con le quali è nato un feeling che ci ha portato a scrivere diverse canzoni (alcune delle quali aspettano ancora di essere adottate). Per me stare con loro in studio è stata un’esperienza unica.

 

  1.      LXXX e AMO sono due brani molto diversi tra loro e forse 15 MINUTI è un po’ l’unione tra i due, credi di aver trovato la tua strada?

La mia regola è che non ci sono regole, così non mi sveglierò mai con la noia di dover fare sempre la stessa cosa. Non lo faccio per gli altri, lo faccio per me, proprio perché sono il produttore di me stesso il mio fine è interno al mio corpo e non frutto di una relazione (quindi esterno). È una grande fortuna potersi usare come cavie per vestire dei pensieri propri.

 

  1.      Tutti e tre i brani sono solari nel sound ma velati di malinconia, rispecchiano il tuo modo di essere?

Il fatto che mi diciate così significa che la fotografia della mia persona per voi è già abbastanza chiara e mi fa piacere. Sono una persona molto malinconica, ma allo stesso tempo molto sorridente. Voglio dare positività, dare positività, dare positività. Solo così potrò stare sereno.

 

  1.      Su che influenze si basa il tuo ”progressive pop”?

Il progressive pop, I love it. È un termine che ho coniato con un ragazzo con cui suono quando ci siamo interrogati su che genere facessi. Il progressive pop è l’evoluzione necessaria del pop. È il momento in cui ogni canzone diventa un evento a se stante, svincolato da qualsiasi canone ma comunque fresco per l’orecchio e cantabile. C’è l’influenza di tutti, dai Queen a Flume. Anche di Tchaikovskij. Le prime canzoni che ho pubblicato sono solo un’ouverture sonora che vi fa entrare nel viaggio.

 

  1.      In 15 MINUTI c’è anche un riferimento a Lucio Dalla…

… Hai proprio ragione! Curioso come nel momento in cui ho scritto 15 MINUTI non stessi pensando minimamente alla canzone di Dalla “Balla balla ballerino”, ma poi riascoltandola mi è saltata in mente e mi sono detto “ci sta!”. Lascio a voi capire come e perché, ma una cosa è certa: ci conviene ballare più che possiamo, il tempo non è molto.

 

  1.      Ma soprattutto è un brano che gioca sulla frase di Wharol “in futuro tutti saranno famosi per 15 minuti”. Quindi faresti volentieri a meno di 15 minuti di fama per stare con la tua ragazza?

15 minuti sono un lasso di tempo ideale, certo, ma verosimile. La fama è un obiettivo per chi non ne comprende la responsabilità, per me rimane una conseguenza di un buon lavoro svolto, come ripeto sempre. Solo in quel caso non durerà 15 minuti o poco più, ma coinciderà con il nostro successo interiore, che potrebbe ragionevolmente durare una vita intera, se solo ascoltassimo noi stessi. La ragazza inserita nella canzone è uno specchio. Come avrete modo di capire, nelle mie canzoni ci saranno sempre diversi livelli di lettura.

 

  1.      Pensi spesso a quanto la fama oggi sia volatile?

Credo che il mondo digitale in cui siamo inseriti non aiuti a percepire il vero, tantomeno il vero artistico. Se per fare una storia instagram abbiamo bisogno di 3-4 tentativi prima di piacerci, figuriamoci nelle canzoni. È difficile essere sinceri, oggi ancora di più. Questo porta a seguire pattern contenutistici decisamente cliché, che non giovano alla durata degli artisti. Ricordiamoci, però, che il mondo è pieno di eccezioni meravigliose e soprattutto che il pubblico lo educhiamo noi, siamo noi.

 

  1.   Tre artisti post 2010 che ti sono rimasti impressi?

Post-2010? Sicuramente Post-Malone 😉, e poi ammiro molto Flume e in Italia Calcutta. Ce ne sono tanti altri ma sono i primi tre che mi sono venuti in mente.

 

  1.   Cosa non manca nel tuo studio di registrazione?

Un sacco di personaggi giocattolo o pupazzi che mi fanno compagnia mentre lavoro. Primo tra tutti Mickey Mouse.

 

  1.   E cosa non può mancare nella tua vita?

Gli amici, le persone che fanno della mia vita una vita di cui si può discutere, parlare, sulla quale si può obiettare e migliorare. Se non ci fossero loro, sarei solo e la cosa sarebbe molto più difficile. Amo i miei amici.

 

  1.   Prossimi progetti musicali?

Dopo un periodo passato a scrivere tanta musica per altri artisti, vorrei concentrarmi su di me. Vorrei sperimentare un nuovo me, più consapevole è più originale. Vorrei tanto scrivere delle canzoni che mi ricorderò quando sarò anziano.

https://www.instagram.com/federico_secondome/?hl=it

 

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