Intervista a Giorgio Poi: sono dovuto andare all’estero per capire quanto ammiro l’Italia

Abbiamo intervistato Giorgio Poi subito dopo la sua esibizione al MiAmi e in attesa del suo concerto al festival a Night Like This che si terrà a Chiaverano il 14, 15 e 16 luglio. Lo raggiungiamo telepaticamente a Cattolica, città della sua ragazza, mentre si stanno riposando prima di partire per Bologna, dove Giorgio Poi suonerà questa sera. Ci racconta dell’ammirazione per l’Italia e Paolo Conte, della scelta di cantare in italiano, di come è cambiata la sua vita dall’uscita dell’album “Fa niente” e di come ormai abbia praticamente superato l’ansia da prestazione palcoscenico.

Ti abbiamo visto suonare al MiAmi sul main stage, c’eri già stato vero? C’ero stato con i Vadoinmessico nel 2012 ma eravamo sul palco più piccolo, era stato bellissimo allora ed è stato bellissimo qualche settimana fa.

Hai fatto un percorso particolare, di solito gli artisti del MiAmi ci arrivano pian piano al palco principale, anno dopo anno, tu invece ci sei stato catapultato, tra l’altro poco prima dei Baustelle. Sì sicuramente è stato molto emozionante, fino ad oggi è il palco più grande dove abbiamo suonato con questo progetto. E’ stata anche un po’ una responsabilità!

E’stata un’emozione diversa quella di portare sul palco un progetto solista rispetto all’esibirsi in una band? Soprattutto un palco come quello del MiAmi, dove viene ad ascoltarti quella gente che poi effettivamente è il pubblico che si ascolta la tua musica per davvero. La differenza più grande è stata cantare in italiano, perché, sai, quando canti in inglese, in Italia, comunque si genera una specie di schermo tra te e il pubblico perché quello che stai dicendo non viene compreso in maniera approfondita. Mentre invece quando canti in italiano, comunichi molto anche con le parole.

Quindi la tua scelta di passare a scrivere dall’italiano all’inglese è stata fatta proprio per avvicinarti al pubblico? Nonostante immagino tu ormai sognassi in inglese, visto che hai vissuto molto all’estero…era praticamente la tua lingua principale. In realtà, ti dico, io ho vissuto tanti anni all’estero e nel periodo in cui ero fuori ho sviluppato una certa ammirazione per l’Italia, ho visto il mio Paese da lontano, da un altro punto di vista e mi ci sono appassionato, fino a desiderare di usare la lingua italiana per le mie canzoni, e poi di conseguenza tornare a vivere in Italia.

Insomma, hai dovuto farti mancare l’Italia per rivolerla! Comunque a Londra, o a Berlino – ti nomino queste perché so che ci hai vissuto – la gente ascolta la musica italiana? Quando proponevi le tue canzoni erano propensi all’ascolto o la lingua creava un ostacolo? Alcune cose funzionavano ma generalmente la nostra musica non arriva, quella in italiano, non viene esportata, ma forse non ci proviamo neanche. Avevo fatto sentire Calcutta ai miei amici ed era piaciuto.

 

E tu che musica italiana ascolti? Ho ascoltato nell’ultimo periodo soprattutto vecchi cantautori, mi piace molto Paolo Conte ma anche Lucio Dalla e Lucio Battisti.

In effetti nel tuo disco si sentono sia Dalla, soprattutto per come racconti le storie, che Battisti. Conte invece non l’ho sentito molto. Anche Conte usa le parole in un modo che a me piace molto, usa dei particolari che sembrano insignificanti, racconta i dettagli della scena…e per questo mi sento di aver attinto anche da lui.

Questo album è molto tuo, non ci sono tanto descrizioni esterne ma più che altro emozioni vissute. Sì, parlo di me, di quello che sto vivendo e che soprattutto ho vissuto in passato.

Si sente molto una presenza femminile. Ho letto che eri andato a Londra seguendo una ragazza che si era trasferita lì per l’Università. Questo disco parla di lei? No, parla di un’altra ragazza, della mia storia attuale.

Beh dato che “Fa niente” parla della tua vita…Qual è il tuo momento di vita quotidiana preferito? La mia giornata tipo è cambiata molto negli ultimi mesi, da febbraio non ho una quotidianità regolare. Durante la lavorazione del disco ero a Berlino, mi piaceva molto fare colazione e poi prendermi un’oretta per farmi i fatti miei, per leggere, per stare tranquillo. Adesso ogni giorno è diverso, sono sempre in posti diversi.

Come nasce un tuo brano? Quando sono in giro magari mi vengono delle idee e le registro sul telefono, poi riascolto e cerco di decifrarle, parto da lì. Mi viene l’idea per un beat di batteria o una melodia per la voce, insomma uno qualsiasi degli elementi che poi va a costruire il pezzo. Quando il pezzo è praticamente finito e mi manca solo il testo, mi metto a scrivere le parole. Sicuramente c’è differenza rispetto a come scrivevo per i Vadoinmessico dove c’era più confronto.

I Vadoinmessico poi sono diventati i Cairobi, porterai avanti questo progetto? Non lo so, per il momento non stiamo facendo concerti perché sono molto impegnato con il mio disco in Italia. Purtroppo il disco di Giorgio Poi e quello di Cairobi sono usciti praticamente in contemporanea perché ci abbiamo messo molto a concludere il disco con la band, abbiamo avuto un po’ di problemi pratici.

In tanti hanno parlato della tua cover di “Il mare d’inverno” della Bertè. Come mai hai scelto lei? E’ una canzone che mi piace molto, semplicemente. La vocalità di Loredana Bertè mi arriva, la sento molto vicina. Il pezzo è stato scritto da Enrico Ruggeri. Credo che le cose più importanti siano che piaccia il pezzo e riuscire ad immaginare come potresti farlo, come può essere portato verso il tuo mondo, il tuo linguaggio.

Di italiano cosa ascolti di attuale? Mi piacciono molto l’Officina della Camomilla, Pop X, Calcutta e Colombre.

Dato che nomini Calcutta…eri nel main stage del MiAmi dove avrebbe dovuto suonare anche LIBERATO…per caso hai visto chi è? Ahahah, non ho visto, ma anche se avessi visto non potrei dire niente!

Cosa ne pensi di questo progetto? Mi sembrano pezzi belli, meritato il movimento che si sta creando.

Sarai sul palco di A Night Like This, dove avevi suonato con i Vadoinmessico.
Tornarci mi fa particolarmente piacere, ci eravamo divertiti!

C’è un palco che temi tra quelli che dovrai affrontare? Avevo un po’ di timore per il MiAmi, ero uno che si innervosiva abbastanza ma questa cosa ora sta cambiando.

E un palco che preferisci tra quelli in cui hai suonato? Mi sono divertito molto a Bari dove abbiamo suonato al Festival Premio Maggio (Arena della Pace Japigia).


            >>>>>>>>>>>COMUNQUE E’ IL SOSIA BABY DI CATTELAN<<<<<<<<<<<<<<<<

Qui le date del tour estivo:
14 giugno 2017 Bologna Biografilm Festival | International Celebration of Lives
17 giugno 2017 Udine Social Garden Cas’Aupa
18 giugno 2017 Formigine (MO) Moninga Open Air Festival 2017
22 giugno 2017 Parma Manara Free Music Festival – Ingresso Libero e Gratuito
23 giugno 2017 Cremona (CR) Tanta Robba Free Music Festival
24 giugno 2017 Centobuchi (AP) Pink Rabbits Hole Fest
30 giugno 2017 ThiENE (VI) TH Summer Garden

01 luglio 2017 Como wow music festival
02 luglio 2017 Vittorio Veneto (TV) Rock 4 AIL
05 luglio 2017 Arezzo MENGO MUSIC FEST
06 luglio 2017 Pavia Molecole Festival
07 luglio 2017 Fucecchio (FI) Reality Bites Festival
15 luglio 2017 Chiaverano (TO) A NIGHT LIKE THIS festival
19 luglio 2017 Mira (VE) Mira On Air Festival
20 luglio 2017 Villa di Serio (BG) Rock sul Serio
27 luglio 2017 Ancona Molecola Fest
23 luglio 2017 Varese WOODOO Fest
28 luglio 2017 Vasto (CH) Siren Festival
29 luglio 2017 Lecce SEI – Sud Est Indipendente Festival

03 agosto 2017 Sangineto (CS) Il paese di Gertrude
06 agosto 2017 Milazzo (ME) Mish Mash Festival
09 agosto 2017 Fara Vicentina (VI) AnguriaraFara
10 agosto 2017 Carpi (MO) Coccobello 2017
24 agosto 2017 Arpino (FR) Ponte Rock Arpino
25 agosto 2017 Desio (MB) Parco Tittoni
26 agosto 2017 Torino TOdays festival

 

Leave A Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *