Drake “More Life”

Articolo di: Gios

Bentornato Drake.

Ma non al Drake prezzemolino dei parquet NBA, dei rotocalchi scandalistici e delle ospitate televisive. No, bentornato al Drake artista musicale, chiamato al riscatto dopo un disco insipido come si è rivelato essere “Views”. Il cantante canadese da sempre ha dimostrato di avere molteplici anime al suo interno.
Una R&B, una hip hop, una trap, una grime ed una che odia intensamente Meek Mill viste le continue frecciatine che gli riserva in tutto l’album.

In “More Life” ci sono tutte, in ordine rigorosamente sparso e senza legame alcuno, ma ricordiamocelo è una compilation, non un vero e proprio disco, quindi si è sentito libero di spaziare come più gli piaceva e interessava senza ricercare un filo conduttore.

C’è veramente di tutto, pezzi belli arroganti come “Free smoke” “No long talk”, altri più soft come “Passionfruit” o “Jorja Interlude” ed alcune hit danzerecce che ormai non possono mancare nell’arsenale come “Get it together” e “Madiba Riddim”.

Personalmente mi permetto di segnalarvi:

  • “4422” e direte “Bravo il pezzo senza Drake!”, si vero, ma questa mossa da pigmalione mi ha davvero sorpreso, lasciare addirittura un pezzo intero a Sampha, è un vero e proprio attestato di stima che l’artista inglese conferma di meritare.
  • “Gyalchester” produzione “grossa” che strizza l’occhiolino all’hip hop made in UK come s’intuisce già dal nome. Se non vi ritroverete a dondolare la testa qui sopra, non siete fatti per questo genere.
  • “Skepta interlude” dopo la produzione UK ecco, Skepta prodotto tutto britannico ormai in rampa di lancio anche oltre oceano, che fa un figurone. Anche in questo caso Drake non compare ma signori saper scegliere gli ospiti è un merito altrettanto grande quanto scrivere un bel pezzo. (Questi tre pezzi tra l’altro sono in successione e le transizioni sono veramente apprezzabili)
  • “Can’t have everything” dark beat e flow del Drake vecchia scuola, una gran bella traccia in cui possiamo trovare tutto il suo lato rapper, con riferimenti autobiografici, cestistici e uno dei tanti diss al già citato Meek Mill.

Qualche traccia non è esattamente memorabile, come quella con Kanye West, il feat con PARTYNEXTDOOR o “Teenage fever” dove possiamo addirittura trovare un campionamento di J-Lo con “If You Had My Love”, ma tutto sommato direi che questa “compilation” è decisamente meglio di “Views” e nonostante l’ora e venti di ascolto, non rischia di stufarci grazie alla varietà di sonorità contenute al suo interno.

Welcome back champagne papi.

Era ora.

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