Il nostro Sziget Festival 2016

Andare in orbita e poi tornare sulla terra. Attraversare il ponte di lancio con scritto “Benvenuti” in tutte le lingue del mondo pronti a navigare sul pianeta Sziget, aprire la porta nel mezzo dell’isola “Leave the reality Behind” e decollare verso l’infinito per sette giorni.

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Il primo piede che si posava sull’isola si riempiva di polvere e sabbia e il cielo era decorato dalle foglie degli alberi attraversate da lanterne colorate e illuminato dalle luci di 40 palchi e da fuochi d’artificio. Ora siamo tornate, ma ecco perché il nostro Sziget Festival è stato spaziale:

  • Per The Last Shadow Puppets che, a sorpresa, mandano avanti Miles Kane invece di Alex Turner per un altro tipo di show rispetto a quello visto al Primavera, sicuramente altrettanto alto, e anche per i Muse che diversamente dalla l’ultimo tour che abbiamo visto ad Assago, hanno deciso di suonare tutti i loro cavalli di battaglia.
  • Per Chvrches, Fidlar e Oscar and The Wolf (che abbiamo intervistato e vi faremo conoscere nei prossimi giorni), perché dovete vederli live prima o poi nella vita.
  • Per SIA e Hardwell, che non avremmo mai pensato di rimanere ad ascoltare fino alla fine e invece ci hanno stupito con live spettacolari, l’una mettendo in campo la sua eleganza e la ballerina quattordicenne suo alterego Maddie Ziegler, l’altro esagerando all’estremo il concetto di EDM tra cannoni che sparano fuoco e beat inafferrabili.
  • Per i frontmen di Kaiser Chief e The Lumineers che sono scesi tra il pubblico o saliti sulle impalcature.
  • Per il world stage (solo big band di livello), per il reggae stage (dj set) e per il Colosseum (techno), perché per ballare siamo sempre pronte.
  • Per i special party delle 19 con i coriandoli e i colori e per lo schiuma party giornaliero (probabilmente obbligatorio per chi vive in campeggio!).
  • Per la app ufficiale che presenta benissimo il programma giorno per giorno, e la mattina tu ti fai i tuoi piani che poi costantemente non segui.
  • Per l’area dedicate all’arte, con le sculture di materiale riciclato, la zingara che legge il futuro e i colori per pitturarsi il corpo e per l’area dedicata al relax con le lezioni di yoga, il narghilè e i trucchi per allineare i chakra e ricaricare le batterie.
  • Perché dentro lo Sziget c’è anche uno strip club, una Chiesa dove sposarsi, un baracchino che fa tatuaggi e piercing e una postazione per convertirsi all’ebraismo.
  • Per la comodità di usare una carta prepagata all’interno di tutto il festival senza dover portarsi il portamonete, per le lattine di birra che costano poco più di 2 euro e le bottiglie di Chardonnay da 10 euro.

Perché è bello camminare, mentre spuntano in ogni dove come funghi tende da campeggio e nuovi palchi e persone vestite in modo bizzarro e con tanta voglia di divertirsi e fare amicizia. Certo, i Crystal Castle hanno fatto davvero schifo, trovare una presa dove ricaricare il telefono è impossibile (e vi giuriamo che perdere i proprio amici all’interno dell’isola innescherebbe una ricerca molto più complessa di quella di Nemo), le nostre scarpe sono da buttare e continueremo a soffiarci via la polvere dal naso per giorni.

Ma lo rifaremo, ossì che lo rifaremo.

Ps: video e commenti giorno per giorno delle band che abbiamo visto sulla nostra pagina Facebook e profilo Instagram.

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