Mahmood vince anche il Mi Ami Festival 2019

La fine del Mi Ami coincide con un lunedì di pioggia su Milano, in cui nessuno ha voglia di tornare alla vita quotidiana, ma ancora abbiamo tutti negli occhi le tutine colorate di Auroro Borealo mentre riecheggiano nella mente le imprecazioni di Massimo Pericolo. Nonostante il tempo sembrasse dover infuriare sopra l’Idroscalo per tutti e tre i giorni del festival, in realtà siamo riusciti a schivare i temporali estivi, sotto un cielo nuvoloso ma clemente. Quest’anno al Mi Ami c’erano meno bancarelle e più palchi: quello Tidal principale, il palco collinetta Jowae, quello all’entrata Weroad e due piccoli stage nell’area cibo (uno dei quali, dobbiamo dire, dava un po’ fastidio perché il suono si incrociava con quello del palco principale, ma lo spirito dei festival è anche questo e a noi il Mi Ami piace sempre e comunque). L’ospite politico è stato Emma Bonino, chiamata sul palco da Carlo Pastore, che ha invitato a schierarsi, a votare alle europee.



Dal pomeriggio alla notte si sono alternati una serie di artisti che hanno effettivamente fatto arrivare gente da tutta Italia (puntualmente incazzata per la 73 deviata al capolinea in Duomo, Viva L’ATM Viva). Tra le performance che più ci incuriosivano c’erano gli Eugenio In Via Di Gioia, che hanno riempito il palco Jowae e ora sono fissi nella nostra playlist di Spotify, Massimo Pericolo che, alla sua prima esibizione davanti a così tanta gente, ha bestemmiato per esorcizzare l’emozione sul palco Tidal e Mahmood, la vera sorpresa/conferma del Mi Ami, reduce da uno show in tv davanti a milioni di spettatori di tutto il mondo ma molto più contento di stare al festival di Milano con i suoi amici sul palco (ha ospitato Gue Pequeno, Sfera Ebbasta e Durdust) e sotto il palco: ha talento da vendere, voce precisa e un modo di ballare tutto suo.

Una conferma Motta, che sale sul palco in acustico e poi fa entrare la band, polistrumentista e performer, preciso, ne ha fatto di strada ed è veramente impeccabile, così come Nitro (peccato fosse in contemporanea alla “favolosa” Myss Keta e quindi il suo parterre fosse pieno a metà) e Giorgio Poi (che ospita Calcutta, abituato ad arrivare a sorpresa al Mi Ami, e Frah Quintale). Tra le performance da segnalare Clavdio, Giovanni Truppi e Fulminacci.

Come ha detto Il Sole 24 ore “altro che Sanremo, è il MI AMI il vero festival della musica italiana
E noi confermiamo.


Alcune pics in copertina e non di @silviaviolanterouge e @la_caulie

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