In questi anni i Punkreas non hanno fatto altro che punk all’italiana, con concerti pieni di casino, due accordi in croce, batteria come un treno e non azzardarti a tirare fuori il cellulare per far loro una foto. Anzi, adesso “Salta, salta, salta”, come recita la prima canzone del loro nuovo album “Il lato ruvido”.
I Punkreas prendevano forma in quegli anni in cui i gruppi dovevano mettere una K nel nome, come VallanzaSka e Peter Punk, nascevano etichette come la Tube Records e i giovani italiani frequentavano i centri sociali e compravano i cd. Stiamo parlando della seconda ondata di un genere che non consacrava più le rovine della Storia in abito guerrigliero, ma si svestiva da pensieri politici skinhead o filosovietici. Parliamo di una band il cui massimo esponente era ed è Cippo, ex tamburellista nella bande del paese. “Erano i primissimi anni Novanta, anche se il craxismo aveva iniziato a sgomberare i centri sociali poi qualcuno li rioccupava, erano posti fondamentali non solo per noi che ci avevamo trovato la nostra forza, che lì eravamo nati e diventati famosi. Allora costituivano una rete nazionale di spazi di aggregazione in cui si facevano mille cose, musica, teatro, mostre, laboratori, politica; luoghi autofinanziati e senza fini di lucro che svolgevano un vero servizio pubblico gratuito che ruppe con tutti gli schemi esistenti.”
Così questo gruppo festeggia i 25 anni di attività con il nuovo album “Il lato ruvido” per il consorzio di 3 etichette indipendenti Rude Records, Garrincha Dischi e Canapa Dischi. E lo fa chiamando a raccolta alcuni degli esponenti dell’attuale underground. Insieme a Cippa, Paletta, Noise, Gagno e alla new entry Andrea “Endriù”, nel disco ci sono Lo Stato Sociale, Modena City Ramblers, Tito Faraci e Shiva.
L’album è stato anticipato dal singolo “In Fuga” feat. Lo Stato Sociale