WE NEED MORE SPACE: VITO VALENCIA “Le canzoni di Vito Valencia”

1. INVASIONE ALIENA

Non sono Vito e non vengo da Valencia, sono invece un indisciplinato polistrumentista autodidatta classe 1979. Cresciuto tra la provincia di Milano e la sua circonvallazione esterna, salgo sul primo palco a tredici anni e da lì decido di non scendere più. Milito in diversi progetti come produttore, compositore o musicista, lavoro per sostentare me e le persone che amo, adoro oziare da che ho memoria (quindi la musica), viaggiare per brevi periodi, il cibo vegetariano, ridere, ma soprattutto suonare a notte fonda, quando tutto tace. Dall’amore per il folk d’oltreoceano e la musica d’autore italiana qualche mese fa ho deciso di dar forma a Vito Valencia.

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2.     TEORIA DEL CAOS

Nel dicembre 2015 inizio a lavorare su una quindicina di brani strumentali basati su idee che disegnavo da qualche mese con la mia chitarra acustica e da quelle che ho ritenuto fossero le più belle, ne ho tirato fuori nove canzoni. Registro così in completa solitudine prima tutte le chitarre a casa, con una scheda audio un pc e un paio di microfoni. Mi sono spostato poi nella mia “seconda casa” la sala prove e studio di registrazione Jam Session in Bovisa e ho registrato sempre in completa solitudine e con la stessa strumentazione, in ordine: batteria, percussioni, synth, piano, hammond e basso. Sempre da solo, a parte qualche volta in cui alcuni miei amici bivaccano di fronte a me incuranti delle riprese, ho scritto i testi e registrato le voci, il tutto in qualche sera di questo mite inverno milanese. Infine con molta calma, in un paio di mesi, ho mixato l’album, con qualche indispensabile aiuto dell’amico e chitarrista Luca Trapasso. Il testo di “Blu” è l’unico scritto a due mani con un altro grande amico e batterista Davide D’Addato, mentre con Alessandro Molteni, uno dei fondatori del collettivo Against’ em all records di cui faccio parte, ho discusso su tutti gli altri testi per ore, cercando le soluzioni stilistiche migliori, visto che le parole sono postume alle melodie, cercando il giusto contrappeso tra sonorità e significato. La copertina è stata fatta da Albania Chiara, una stupenda illustratrice che ha dato forma a quel mio ritratto, una sorta di cartolina postale spedita da un paese tropicale, sulle orme di Antonio Ligabue e Henri Rosseau, due pittori che adoro e a cui mi sento particolarmente affezionato.

 

3.    VIAGGIO SULLA LUNA

L’album “Le canzoni di Vito Valencia” dura più o meno trenta minuti, quindi sto già componendo dei brani per aumentare il repertorio e portare in giro uno spettacolo che duri almeno un’ora. Da circa un mese sto provando e arrangiando i brani con la band che mi accompagnerà durante i live che inizieremo a fare da ottobre/novembre in avanti, con l’uscita di un video che ho appena finito di girare, ambientato nei pressi del decadente Stadio Brianteo di Monza. Quest’estate avrò parecchi lavori da chiudere con altri amici musicisti e mi rimarrà solamente il tempo per pensare alle nuove canzoni e alle registrazioni. Il prossimo album o Ep che sia, sarà quasi sicuramente prodotto allo stesso modo, fatta eccezione del fatto che mi piacerebbe usare diversi ambienti per le registrazioni in modo tale da avere colori diversi. Una produzione economicamente così esigua, da la possibilità di produrre maggiormente, senza limiti, se non quelli creativi. Penso che sul modus operandi del pensare la nuova musica indipendente si stiano facendo passi da gigante: c’è un ritorno al passato relativamente recente, che si è riscoperto di estremo valore estetico e un forte bisogno di primitivismo. A proposito del nuovo lavoro, quasi sicuramente si chiamerà “Le straordinarie avventure di Vito Valencia”. 

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